Entro la data del 16 marzo 2024 sarà obbligatorio certificare le ritenute sui compensi che sono stati corrisposti ai lavoratori autonomi nel corso del 2023, indifferentemente dal regime fiscale. Da quest’anno, infatti, sembra essere stata eliminata la certificazione unica dei forfettari e il regime di vantaggio.
Sarà compito dei sostituti d’imposta trasmettere telematicamente all’Agenzia delle Entrate, le certificazioni relative ai redditi di lavoro autonomo per il l’anno 2023, rilasciandone copia al soggetto entro la data prevista. La trasmissione telematica della documentazione deve avvenire entro il 31.10.2024 per quelle relative ai redditi esenti o non dichiarabili, attraverso la dichiarazione dei redditi pre-compilata.
Il Decreto Semplificazione per gli Adempimenti Fiscali ha eliminato l’obbligo della certificazione unica per tutti coloro che adottano il regime forfettario o di vantaggio. Di conseguenza i soggetti in regime forfettario non saranno più obbligati a ricevere la certificazione unica a partire dall’anno d’imposta 2024. Scopriamone i dettagli.
Le novità 2024 per le certificazioni uniche
Le fatture emesse dai soggetti in possesso di regime forfettario, a partire dal 1° gennaio 2024, transitano solo attraverso il SDI (Sistema di Interscambio). L’Agenzia delle Entrate avrà accesso a tutti i dati relativi ai compensi percepiti, eliminando così la certificazione unica dei forfettari. Tra le più importanti novità di quest’anno si evidenziano:
- L’introduzione della tassazione agevolata per i lavoratori dipendenti del settore turistico;
- La riorganizzazione del lavoro sportivo per professionisti e dilettanti;
- L’aumento della soglia dei benefit per i lavoratori che hanno figli a carico, a 3mila euro;
- L’introduzione del trattamento integrativo speciale per i lavoratori nel settore termale, ricettivo e turistico;
- La riduzione dell’IRPEF per i lavoratori del settore sicurezza e difesa.
È opportuno ricordare che il regime fiscale è un particolare regime fiscale rivolto alle partite iva individuali che consente di poter beneficiare di alcune semplificazioni fiscali e contabili. Questi benefici consentono di avere delle agevolazioni rispetto ai soggetti che possiedono regimi di contabilità ordinaria e semplificata.
Il bollo: come applicarlo nella certificazione unica?
Dal momento che da quest’anno verrà eliminata la certificazione unica dei forfettari, sembra esserci un po’ di confusione su alcuni passaggi che riguardano l’applicazione del bollo. La paura di sbagliare porta a diverse teoria, talvolta anche inverosimili, per un Paese come il nostro in cui ogni adempimento dovrebbe essere automatico. Il modello di CU prevede che siano utilizzati una serie di codici con cui indicare gli importi corrisposti, non soggetti a ritenuta.
Nel corso del 2023 sono stati inseriti altri codici, diversi da quelli usati in precedenza. Quelli più interessanti per i forfettari sono:
- Il codice 22: nel caso di erogazione di redditi esenti, ovvero di somme che non rappresentano reddito;
- Il codice 24: per segnalare i compensi, non soggetti a ritenuta d’acconto, corrisposti a tutti coloro che sono in regime forfettario.
Con il codice 24, è richiesta l’indicazione dei compensi e non di somme di altra natura che possono essere considerate come onere accessorio a quello principale. Da questa precisazione, emerge che l’Agenzia delle Entrate considera il bollo come un’imposta aggiunta al compenso che viene indicata separatamente. Anche nel caso del bollo addebitato nelle fatture emesse dai soggetti con regime forfettario sembra essere più corretto comprendere l’importo tra le somme che non rappresentano reddito attraverso il “codice 22”.
Obblighi anno 2023 per i forfettari
Per l’anno 2023 resta invariato, per i soggetti con regime fiscale forfettario l’obbligo di emissione della certificazione unica. Ciò vuol dire che tutti coloro che riceveranno una fattura dal professionista sono obbligati a dover emettere la CU per i redditi 2023 ma non dovranno inviare come di consueto, inviare il modello 770, perché al professionista in regime forfettario non si applica la ritenuta d’acconto.
Il professionista ha l’obbligo, invece, di fornire le indicazioni nella dichiarazione dei redditi delle fatture che a sua volta riceve dai professionisti. La semplificazione riguarda tanti sostituti d’imposta. È bene tenere presente che il regime forfettario prevede un’aliquota discale unica del 15% e stabilisce il reddito imponibile mediante un coefficiente di reddività.
Il Governo sembra avere scelto di eliminare la certificazione unica per i forfettari e chi esercita in regime di vantaggio, per via della disponibilità dei dati relativi ai compensi di forfettari e minimi, in modo automatico attraverso il SDI presso gli archivi dell’Agenzia delle Entrate.
Considerazioni finali
La novità dell’eliminazione della certificazione unica per i soggetti in regime forfettario e di vantaggio, prevista dal Decreto Semplificazione per gli Adempimenti Fiscali, rappresenta un importante cambiamento nel panorama fiscale italiano. Questa mossa si inserisce in un quadro più ampio di semplificazione e digitalizzazione dei processi fiscali, volto a ridurre gli oneri burocratici per lavoratori e imprese e a facilitare la trasparenza e l’efficienza della riscossione delle imposte.
La decisione di affidarsi al Sistema di Interscambio per la gestione delle fatture emesse dai forfettari riflette l’intento di automatizzare e rendere più efficiente la raccolta dati, consentendo all’Agenzia delle Entrate di accedere direttamente alle informazioni sui compensi. Questo sistema non solo semplifica gli adempimenti per i contribuenti, ma consente anche un controllo più efficace e tempestivo sulla corretta imposizione fiscale.
La gestione del bollo nella certificazione unica, e le relative precisazioni fornite, chiariscono ulteriormente come l’obiettivo principale sia quello di semplificare gli adempimenti fiscali, mantenendo al contempo l’accuratezza e la precisione nella documentazione fiscale. Queste innovazioni, pur richiedendo un periodo di adattamento per professionisti e imprese, pongono le basi per un sistema fiscale più moderno, agile e meno oneroso, favorendo la crescita economica e la competitività del tessuto imprenditoriale italiano.